LETTURE BIBLICHE DEL 14
GENNAIO 2001
II DOMENICA - ANNO C
Filo conduttore - Spesso, nel linguaggio
biblico, lo sposalizio è immagine pregnante del rapporto di fede all'interno
del popolo di Dio pellegrino sulla terra e del godimento pieno di sé che Dio riserva
ai suoi fedeli nell'eternità. La diversità delle capacità dei singoli
costituisce una ricchezza per la costruzione e per la crescita del corpo
ecclesiale, tenuto insieme dall'unico Spirito.
Prima lettura (Isaia 62, 1-5)
Per
amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non
sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come
lampada.
Allora
i popoli vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; ti si chiamerà
con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica
corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più "Abbandonata", né la tua terra sarà più detta
"Devastata", ma tu sarai chiamata "Mio compiacimento" e la
tua terra "Sposata", perché il Signore si compiacerà di te e la tua
terra avrà uno sposo.
Sì,
come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo creatore; come
gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.
Seconda lettura (I Corinzi 12, 4-11)
Fratelli, vi
sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di
ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno
solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione
particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno viene concesso dallo
Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso
Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso
Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a
uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il
dono di distinguere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro
infine l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo
Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.
Vangelo (Giovanni 2, 1-12)
In
quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu
invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a
mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". E
Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia
ora". La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà".
Vi
erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti
ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le
giare"; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: "Ora
attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono. E
come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non
sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua),
chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti servono da principio il vino buono e,
quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad
ora il vino buono".
Così Gesù
diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i
suoi discepoli credettero in lui.
Dopo
questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi
discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.