LETTURE BIBLICHE DEL 28
GENNAIO 2001
IV DOMENICA - ANNO C
Filo conduttore - Ogni cristiano, investito
della missione profetica, è tenuto a denunciare le ingiustizie e gli errori,
anche se ciò gli procura odio e persecuzione. Il suo aiuto è nel Signore. Egli
deve farsi guidare unicamente dall'amore.
Prima lettura (Geremia 1, 4-19 passim)
Nei
giorni del re Giosia, mi fu rivolta la parola del Signore: "Prima di
formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti
avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni.
Tu,
dunque, cingiti i fianchi, alzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò; non
spaventarti alla loro vista, altrimenti ti farò temere davanti a loro.
Ed
ecco oggi io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo contro
tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e
il popolo del paese.
Ti
muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti".
Seconda lettura (I Corinzi 12, 31-13-13)
Fratelli,
aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.
Se
anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità,
sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E
se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la
scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi la carità, non sono nulla.
E
se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi i mio corpo per esser
bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La
carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si
vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si
adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si
compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La
carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue
cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la
nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto
scomparirà.
Quand'ero
bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma,
divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno
specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in
modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono
conosciuto.
Queste dunque
le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più
grande è la carità.
Vangelo (Luca 4, 21-30)
In
quel tempo, Gesù prese a dire nella sinagoga: "Oggi si è adempiuta questa
Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Tutti gli rendevano
testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla
sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?". Ma egli
rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso.
Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua
patria!". Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi
dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu
chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;
ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Zarepta di Sidone.
C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di
loro fu risanato se non Naaman, il Siro".
All'udire
queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo
cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale
la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando
in mezzo a loro, se ne andò.