LETTURE BIBLICHE DELL'8
APRILE 2001
DOMENICA DELLE PALME - ANNO
C
Filo conduttore - Gesù assolve in pieno la
missione affidatagli dal Padre, senza tirarsi indietro di fronte agli insulti,
alle calunnie, alle sofferenze e alla morte.
Prima lettura (Isaia 50, 4-7)
Il
Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare
allo sfiduciato una parola. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io
ascolti come gli iniziati. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non
ho opposto resistenza, non mi sono tratto indietro. Ho presentato il
dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho
sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per
questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare deluso.
Seconda lettura (Filippesi 2, 6-11)
Cristo
Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua
uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e
divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi
obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha
esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel
nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e
ogni lingua proclami che Gesù Cristo è
il Signore, a gloria di Dio Padre.
Vangelo (Luca 22, 14 - 23, 56)
Passione
di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca.
Quando
fu l'ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: "Ho
desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia
passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel
regno di Dio". E preso un calice, rese grazie e disse: "Prendetelo e
distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del
frutto della vite, finché non venga il regno di Dio".
Poi
preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è
il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". Allo
stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: Questo calice è la
Nuova Alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi. Ma ecco, la mano di
chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo
quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!". Allora
essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò. Sorse
anche una discussione , chi di loro poteva essere considerato il più grande.
Egli disse: "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere
su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è
il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che
serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse
colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi
siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi
un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere
alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù
di Israele. Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il
grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta
ravveduto, conferma i tuoi fratelli". E Pietro gli disse: "Signore,
con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte". Gli rispose:
"Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte
avrai negato di conoscermi". Poi disse: "Quando vi ho mandato senza
borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?". Risposero:
"Nulla". Ed egli soggiunse: "Ma ora, chi ha una borsa la prenda,
e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.
Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu
annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo
termine". Ed essi dissero: "Signore, ecco qui due spade". Ma
egli rispose: "Basta!".
Uscito,
se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo
seguirono. Giunto sul luogo, disse
loro: "Pregate, per non entrare in tentazione". Poi si allontanò da
loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana
da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà".
Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia,
pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che
cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li
trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: "Perché dormite?
Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione". Mentre egli ancora
parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno
dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: "Giuda, con
un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?". Allora quelli che erano con lui,
vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire
con la spada?". E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli
staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: "Lasciate, basta
così!". E toccandogli l'orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che
erano venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani:
"Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero
con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la
vostra ora, è l'impero delle tenebre".
Dopo
averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo
sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in
mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a
loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: "Anche
questi era con lui". Ma egli negò dicendo: "Donna, non lo
conosco!". Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di
loro!". Ma Pietro rispose: "No, non lo sono!". Passata circa
un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questo era con lui; è anche
lui un Galileo". Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che tu
dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora
il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il
Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai
tre volte". E uscito, pianse amaramente.
Frattanto
gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano; lo
bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito?". E molti
altri insulti dicevano contro di lui.
Appena
fu giorno, si riunì il Consiglio degli Anziani del popolo, con i sommi
sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero:
"Se tu sei il Cristo,
diccelo". Gesù rispose: "Anche se ve lo dico, non mi crederete. Ma da
questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di
Dio". Allora tutti esclamarono: "Tu dunque sei il Figlio di
Dio?". Ed egli disse loro: "Lo dite voi stessi: io lo sono".
Risposero: "Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito
noi stessi dalla sua bocca".
Tutta
l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo:
"Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare
tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re". Pilato lo interrogò:
"Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici".
Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: "Non trovo nessuna colpa in
quest'uomo". Ma essi insistevano: "Costui solleva il popolo, insegnando
per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui". Udito
ciò, Pilato domandò se era Galileo e, saputo che apparteneva alla giurisdizione
di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a
Gerusalemme.
Vedendo
Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per
averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo
interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C'erano là anche i
sommi sacerdoti e gli scribi e lo accusavano con insistenza. Allora Erode, con
i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste
e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima
infatti c'era stata inimicizia tra loro.
Pilato,
riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: "Mi avete
portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a
voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e
neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che
meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò".
Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "A morte costui! Dacci libero
Barabba!". Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in
città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma
essi urlavano: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". Ed egli, per la terza
volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in
lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò".
Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro
grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita.
Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che
essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.
Mentre
lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna
e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran
folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di
lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme,
non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco,
verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno
generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai
monti: Cadete su di noi! E ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il
legno verde, che avverrà del legno secco?".
Venivano
condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. Quando
giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a
destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non
sanno quello che fanno". Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono
a sorte.
Il
popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: "Ha salvato
gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto". Anche i
soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e
dicevano: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". C'era anche
una scritta sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.
Uno
dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo?
Salva te stesso e anche noi!". Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche
tu hai timore di Dio, benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente,
perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla
di male". E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo
regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel
paradiso".
Era
verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra
fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù,
gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio
spirito", Detto questo, spirò.
Visto
ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: "Veramente quest'uomo
era giusto". Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo,
ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. Tutti
i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito
sin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.
C'era
un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non
aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatea,
una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e
chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo
depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora
deposto. Era la Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che
erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservavano la
tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono
aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo, secondo il
comandamento.